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Covid-19 e sistemi di SSL: una sfida globale

Covid-19 e sistemi di SSL: una sfida globale per la salute e la sicurezza sul lavoro

Il rapporto realizzato in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2021 dal titolo “Anticipare ed essere pronti a rispondere alle crisi. Investire in sistemi resilienti di Salute e Sicurezza sul Lavoro”

  • analizza la prevenzione e la gestione dei rischi inerenti alla crisi sanitaria;
  • esamina altri rischi per la salute e la sicurezza correlati al cambiamento delle modalità di lavoro derivanti dalle misure di controllo dei virus.

La pandemia di Covid-19 ha avuto profonde ripercussioni su quasi tutti gli aspetti del mondo del lavoro: dal rischio di contrarre il virus, alla perdita del lavoro, alla chiusura delle attività, alle restrizioni alla mobilità e il confinamento, alla chiusura delle scuole e agli impatti sulle catene globali di fornitura.

I cambiamenti avvenuti in risposta alla pandemia hanno generato alti livelli di disoccupazione, una perdita massiccia di ore lavorate, la chiusura delle attività e condizioni di lavoro precarie per molti lavoratori.

Durante la crisi, le imprese e i lavoratori occupati nell’economia informale sono stati particolarmente esposti ai rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, a causa della mancanza di tutele adeguate.

Oltre al rischio di contrarre il nuovo coronavirus, in tutti i settori i lavoratori hanno affrontato anche altre sfide correlate al lavoro ed emerse durante la pandemia, quali l’aumento dello stress, della violenza e delle molestie.

In alcuni casi, le nuove modalità di organizzazione del lavoro adottate per mitigare la diffusione del virus possono dare origine a nuovi rischi per la SSL, come i rischi chimici, ergonomici e psico-sociali.

Politiche nazionali e sistemi normativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Disporre di politiche e sistemi normativi solidi in materia di SSL (Salute e sicurezza sul lavoro), integrati da disposizioni normative coerenti, può contribuire all’elaborazione di una strategia di preparazione e risposta efficace per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e aumentare le possibilità di ripresa o continuità delle attività aziendali.

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato la necessità di disporre di un quadro normativo completo in materia di SSL, che definisca i diritti e le responsabilità fondamentali, che sia rivolto a tutti i lavoratori e che prenda in considerazione tutti i rischi legati alla SSL.

È necessario inoltre che tale sistema sia funzionale e reattivo, consentendo l’adozione di misure tempestive e adeguate per affrontare situazioni impreviste e mitigare i rischi per la SSL, siano essi nuovi, emergenti ed esistenti.

Riconoscimento del COVID-19 come infortunio sul lavoro e/o malattia professionale

Attualmente, diversi paesi riconoscono il COVID-19 come infortunio o malattia professionale per gli operatori sanitari e i lavoratori addetti all’emergenza, mentre in altri paesi questo riconoscimento si estende anche ai lavoratori dei servizi considerati essenziali. Altri paesi, invece, hanno esteso questo riconoscimento a tutti i settori o professioni.

Indagine della Rete di esperti di salute e sicurezza sul lavoro del G20

La Rete di esperti di SSL del G20 ha realizzato, in collaborazione con l’OIL, un’indagine in 12 paesi: Argentina, Australia, Cina, Francia, Germania, Giappone, Indonesia, Italia, Regno Unito, Russia, Spagna e Turchia.

Questa indagine ha analizzato il modo in cui i paesi hanno risposto alla pandemia e le tipologie di misure adottate per rallentare la diffusione del virus sul lavoro.

indagine g20 ssl

Sono state elaborate normative e direttive specifiche per prevenire e limitare altri rischi correlati, come i rischi chimici, ergonomici e psicosociali, che possono sorgere come conseguenza dell’adozione delle misure di SSL e delle nuove procedure e modalità di lavoro per prevenire i contagi.

Considerato l’aumento del rischio di violenza e molestie sia fisiche che psicologiche, in particolare contro gli operatori sanitari, molti paesi hanno adottato delle politiche e delle norme volte a prevenire tali comportamenti.

Altrettanto importante è garantire il rispetto delle norme in materia di SSL. La crisi causata dal COVID-19 ha messo in evidenza la necessità di intensificare e rafforzare i sistemi di ispezione del lavoro affinché possano adattarsi a queste nuove sfide.

Oltre all’ispezione del lavoro, anche altri meccanismi— come i servizi di consulenza, i codici di condotta, gli obblighi contrattuali, le attività di informazione e sensibilizzazione e gli incentivi —possono contribuire al rispetto delle norme in materia di SSL.

Quadri istituzionali nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La crisi del COVID-19 ha evidenziato la necessità di disporre di quadri istituzionali solidi in materia di SSL.

L’esistenza di un’autorità nazionale competente in materia di SSL — che garantisca una leadership affidabile in un momento di crisi — è fondamentale per attuare una risposta coordinata e tempestiva in un contesto in rapida evoluzione.

Il quadro istituzionale nazionale in materia di SSL dovrebbe prevedere dei meccanismi per assicurare il dialogo sociale sulla salute e la sicurezza sul lavoro. Il rafforzamento del consenso attraverso un approccio tripartito consente una più efficace attuazione delle misure, anche quando queste risultano complesse o di difficile attuazione.

L’organo consultivo nazionale tripartito sulla SSL è un meccanismo comune sviluppato dai paesi per garantire la partecipazione dei lavoratori e dei datori di lavoro alla governance della SSL, in cui sono rappresentati tutti o quasi tutti i ministeri, le istituzioni e le parti sociali pertinenti.

Tale organismo dovrebbe essere coinvolto nel processo decisionale a livello nazionale, come l’elaborazione di disposizioni o direttive per attenuare l’impatto del COVID-19.

Servizi di salute sul lavoro

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato il ruolo fondamentale di collegamento che i servizi di salute sul lavoro svolgono tra il sistema sanitario pubblico e i luoghi di lavoro.

Tali servizi possono essere istituiti dalle imprese, dalle autorità pubbliche, dagli organi di previdenza sociale, nonché da qualsiasi ente autorizzato. Inoltre, essi possono essere istituiti per una singola impresa o come servizio comune per un determinato numero di imprese.

I servizi di salute sul lavoro rivestono un ruolo fondamentale poiché forniscono consulenza e sostegno ai datori di lavoro nella valutazione dei rischi e nell’adozione di adeguate misure preventive, orientando le strategie e le misure sul lavoro, valutando e monitorando la salute dei lavoratori e fornendo assistenza di primo soccorso.

Nel contesto della pandemia di COVID-19, i servizi per la salute sul lavoro — per monitorare la salute dei lavoratori e fornire primo soccorso e una risposta alle situazioni di emergenza — si sono spesso occupati di tracciare i casi confermati e sospetti, nonché i potenziali contagi, fornire indicazioni ai lavoratori sulla quarantena e notificare le informazioni in loro possesso alle autorità sanitarie e di previdenza sociale competenti.

I servizi di salute sul lavoro forniscono inoltre raccomandazioni per facilitare l’adeguamento del luogo di lavoro ai lavoratori e proteggere i lavoratori maggiormente vulnerabili.

Durante la pandemia di COVID-19, questi servizi hanno consentito di ottimizzare il lavoro in base allo stato di salute dei lavoratori e agli altri fattori di rischio noti, quali l’età, l’etnia e l’indice di massa corporea.

Servizi di informazione, consulenza e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro

I servizi di informazione e consulenza in materia di SSL costituiscono il prerequisito per il buon funzionamento dei servizi stessi di SSL, in quanto forniscono ai lavoratori e ai datori di lavoro informazioni essenziali e aggiornate sui requisiti di SSL esistenti e di nuova introduzione, sia in contesti ordinari che in situazioni di emergenza.

Le autorità nazionali preposte alla SSL hanno svolto un ruolo chiave nella diffusione delle informazioni sulla pandemia, attraverso la creazione di siti ad hoc e materiale di supporto destinato a diversi settori, facilmente riproducibile per essere distribuito ai lavoratori o affisso nei luoghi di lavoro.

Tali iniziative sono particolarmente importanti per le micro, piccole e medie imprese che spesso non possiedono le competenze e le capacità necessarie per elaborare simili supporti.

Le campagne di informazione e sensibilizzazione svolgono un ruolo fondamentale nella promozione di temi chiave di SSL.

Nel caso del COVID-19, sono state organizzate delle campagne di sensibilizzazione relativamente al rischio della trasmissione del virus tra i lavoratori dei servizi essenziali e l’aumento dei casi di violenza e molestie, compresa la violenza domestica, come conseguenza del confinamento domestico dei lavoratori.

Anche la formazione in materia di SSL è una componente importante di risposta alla crisi perché è necessario che i lavoratori sappiano come applicare e rispettare le nuove misure e procedure.

I programmi di formazione sulla salute e la sicurezza sul lavoro sono stati modificati per includere i nuovi rischi, come la prevenzione della trasmissione del virus, l’attuazione di controlli amministrativi e tecnici per contenere la diffusione del virus e la prevenzione degli effetti psicosociali dovuti al cambiamento delle modalità di lavoro.

Raccolta dati e ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La raccolta dati e di informazioni sulla salute e la sicurezza sul lavoro e l’istituzione di sistemi di notifica consentono ai governi e ai datori di lavoro di prendere decisioni informate sulle politiche in materia di SSL e di rispondere adeguatamente soprattutto in situazioni di emergenza.

La raccolta e l’uso di dati affidabili sulla salute e la sicurezza sul lavoro sono fondamentali per elaborare politiche, norme, strategie e altre misure in tema di SSL.

Un sistema completo ed efficace per la raccolta e l’analisi delle informazioni dovrebbe includere meccanismi e strutture adeguate per la registrazione e la notifica degli infortuni e delle malattie professionali. Tali sistemi dovrebbero disporre di adeguate capacità di ricerca per identificare i rischi nuovi ed emergenti, nonché le nuove tecniche di prevenzione per affrontare tali rischi.

Se i paesi dispongono di queste capacità, essi possono concentrare i loro studi e le loro ricerche sulle necessità attuali, e quindi dare supporto tecnico ai decisori delle politiche durante le crisi sanitarie, come la pandemia di COVID-19, raccogliendo dati e generando informazioni basate su dati empirici.

Nella maggior parte dei paesi, le imprese hanno l’obbligo di registrare e notificare i casi di infortuni e malattie professionali.

Per promuovere il rispetto di tali obblighi di notifica, le autorità competenti in materia di SSL e altre autorità responsabili, in collaborazione con le parti sociali, devono informare i datori di lavoro e i lavoratori sulle loro responsabilità in termini di registrazione e notifica.

Le statistiche sulle ispezioni del lavoro possono anche fornire dati affidabili su infortuni e malattie professionali, sul rispetto dei requisiti di SSL e su altre questioni in materia di SSL.

Le indagini, sia generali che settoriali, possono essere condotte relativamente ad aspetti critici dell’organizzazione e dell’attuazione delle misure di prevenzione all’interno delle imprese.

Le parti sociali, inoltre, possono raccogliere dati sulla percezione e le esperienze dei loro membri. Gli studi e le ricerche sono spesso necessari per accertare la realtà per le quali non vi sono dati sufficienti.

Nel quadro della crisi legata al COVID-19, gli studi e le ricerche in ambito di SSL possono rivelarsi utili per l’elaborazione e l’aggiornamento delle normative, in particolare per:

  • identificare i rischi specifici in un determinato settore o industria (comprese sia le principali fonti di esposizione al virus che altri rischi correlati), e le strategie per mitigare tali rischi;
  • acquisire una conoscenza più approfondita su gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari o gravi;
  • identificare e valutare le conseguenze per la salute a breve e a lungo termine, ossia gli effetti del nuovo coronavirus e le conseguenze derivanti dall’esposizione ad altri rischi e situazioni lavorative correlate;
  • verificare la conformità e accertare l’efficacia delle disposizioni legali per settore, regione e tipo di impresa, al fine di rafforzare l’adesione di coloro chiamati ad adempiere a tali obblighi.

Quando le crisi si estendono a più paesi, come la pandemia COVID-19, la cooperazione internazionale è fondamentale per scambiare esperienze e lezioni apprese.

In questo contesto, l’OIL fornisce una guida internazionale sulla protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori per identificare soluzioni sostenibili a breve, medio e lungo termine per gli individui, i lavoratori, le comunità e le nazioni.

Rafforzare i sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro nelle imprese

Durante la pandemia di COVID-19, i luoghi di lavoro sono stati adattati alle politiche, alle procedure e alle misure straordinarie adottate per prevenire i contagi. In questo contesto, la collaborazione tra i datori di lavoro, i dirigenti aziendali e i lavoratori è essenziale per garantire l’applicazione e il rispetto delle misure di gestione dei rischi.

Come raccomandato dall’OIL, già prima della pandemia, alcune aziende disponevano di un piano generale di emergenza sul lavoro per far fronte a crisi sanitarie e pandemie. Questo piano può rivelarsi utile per affrontare situazioni impreviste, come la pandemia di COVID-19, e adottare una risposta rapida, coordinata ed efficace.

Per adottare le misure necessarie, è necessario che i datori di lavoro di lavoro — in consultazione coni lavoratori e i loro rappresentanti — effettuino una valutazione dei rischi organica ed esaustiva, prendendo in considerazione l’ambiente di lavoro, le mansioni da svolgere e le misure già disponibili(come i controlli tecnici o amministrativi e i DPI).

La valutazione dei rischi deve estendersi a tutti i lavoratori, i fornitori, i clienti e i visitatori e deve coprire l’intera giornata lavorativa, incluso l’accesso agli spazi condivisi, come i dormitori, i mezzi di trasporto, le aree caffè, i servizi igienici e le aree di passaggio.

La valutazione dei rischi, inoltre, deve prendere in considerazione le caratteristiche individuali dei lavoratori. Il rischio di contrarre e sviluppare una forma grave di COVID-19 è maggiore negli anziani e nelle persone con determinate condizioni di salute preesistenti.

I lavoratori con disabilità inoltre sono maggiormente esposti al rischio di contrarre il COVID-19, a causa delle difficoltà nell’accesso ai servizi igienici, di rispettare il distanziamento sociale o nell’accesso alle informazioni.

Allo stesso modo, anche i lavoratori migranti possono essere più vulnerabili, a causa di diversi fattori: le barriere linguistiche, una limitata conoscenza della comunità ospitante, la difficoltà nell’accesso e nella comprensione delle informazioni sulle misure di SSL o dei loro diritti in quanto lavoratori, la condivisione di alloggi in cui è difficile, se non addirittura impossibile, rispettare il distanziamento sociale o le adeguate misure igieniche.

È fondamentale proteggere i lavoratori dai rischi legati alle nuove condizioni e organizzazioni di lavoro. Le misure di prevenzione devono essere attuate conformemente alla gerarchia dei controlli e agli obblighi stabiliti, come disposto nelle norme e nelle linee guida dell’OIL:

gerarchia controlli

Meccanismi di supporto per un progressivo miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro nelle piccole imprese e nell’economia informale

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI), così come coloro che operano nell’economia informale, sono stati particolarmente colpiti dagli effetti della pandemia.

Molti di essi non dispongono delle risorse sufficienti per investire nella SSL, specialmente di fronte a un esponenziale aumento dei rischi legati al virus.

Molti lavoratori delle MPMI e dell’economia informale sono particolarmente esposti al rischio di infortunio o malattia professionale che costituiscono una minaccia sia per le imprese che per la forza lavoro.

Guardare al futuro: sistemi di salute e sicurezza sul lavoro resilienti per affrontare le crisi

La pandemia di COVID-19 ha avuto profonde ripercussioni sul mondo del lavoro. I lavoratori, oltre ad essere stati esposti al rischio di contrarre il virus sul lavoro, sono stati anche soggetti a restrizioni alla mobilità.

Il ricorso al telelavoro è in aumento e molte attività commerciali e produttive sono state costrette a chiudere. Oltre al sistema sanitario pubblico — che ha la responsabilità di prevenire la diffusione del virus COVID-19 e altri rischi per la salute pubblica — è fondamentale disporre di sistemi nazionali di SSL forti ed efficaci per salvaguardare la vita e la salute dei lavoratori.

Per questo motivo, è necessario che tali sistemi dispongano di adeguate risorse umane, materiali e finanziarie. La crisi ha mostrato l’importanza della SSL come attore chiave all’interno del più ampio sistema di risposta alle emergenze e di salute pubblica.

I piani di emergenza nazionali di preparazione e risposta alle emergenze dovrebbero includere anche una preparazione e risposta in materia di SSL.

Le recenti crisi — come l’esplosione di nitrato di ammonio del 2020 a Beirut, i numerosi disastri naturali e le minacce alla salute pubblica come le epidemie di Ebola — hanno messo a dura prova la solidità dei sistemi di risposta alle crisi e hanno avuto forti implicazioni sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

Investire nel rafforzamento dei sistemi di SSL aiuterà i governi, i datori di lavoro e i lavoratori a rispondere all’attuale pandemia, proteggerà la salute sul posto di lavoro e favorirà una rapida ripresa, scongiurando il pericolo di ulteriori contagi. Il rafforzamento di sistemi di SSL resilienti fornirà anche una base per rispondere ad altre crisi ed eventi imprevisti che potrebbero verificarsi in futuro.

Strumenti per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori durante la crisi di COVID-19

Fonte: www.ilo.orgOrganizzazione internazionale del Lavoro

Percorso casa-scuola: il trasporto pubblico nell’emergenza Coronavirus

Percorso casa-scuola: il trasporto pubblico nell’emergenza Coronavirus

In previsione della ripresa delle attività in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado, l’Inail e l’Istituto superiore di sanità hanno elaborato un nuovo documento tecnico che fornisce dati ed elementi utili per la riflessione sulle misure di contrasto alla diffusione del nuovo Coronavirus nelle attività che avvengono al di fuori degli edifici scolastici, con particolare riferimento al percorso casa-scuola e quindi al trasporto pubblico locale, che può rappresentare una rilevante occasione di contagio per gli studenti e, più in generale, per tutta la popolazione.

Orari differenziati, mezzi aggiuntivi e più personale per i controlli

Nel documento, condiviso con il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile nella seduta del 4 dicembre, si sottolinea la necessità di creare un sistema di collaborazione diretta tra il mondo della scuola e chi assicura i servizi di mobilità per identificare e attivare misure organizzative specifiche, finalizzate a modulare la domanda, anche attraverso un’idonea differenziazione degli orari di accesso rispetto alle fasce orarie di punta, a rafforzare l’offerta di trasporto pubblico, anche mediante l’impiego di mezzi aggiuntivi di superficie resi disponibili dal privato in maniera mirata rispetto alla mappatura delle criticità emerse per linee, stazioni e orari, a potenziare il personale dedicato alle stazioni di scambio più critiche per afflusso, allo scopo di assicurare maggiore controllo per la prevenzione di assembramenti, e a incentivare la mobilità sostenibile, anche tramite accordi e/o sovvenzioni per l’utenza scolastica.

Importante promuovere la responsabilità individuale e il ricorso a forme alternative di mobilità

Altrettanto importanti sono le iniziative di comunicazione per promuovere la responsabilità individuale degli studenti e di tutti gli utenti dei servizi di trasporto, per la prevenzione di comportamenti che possano aumentare il rischio di contagio attraverso il rispetto delle regole cardine anti-Covid (uso costante e corretto della mascherina, distanziamento, igiene personale) e per favorire forme alternative di mobilità sostenibile, soprattutto nei contesti ad alta urbanizzazione, privilegiando il ricorso al trasporto pubblico da parte di chi ne ha realmente bisogno.

Limitare le iniziative di aggregazione spontanea extrascolastica

Anche i contesti di aggregazione non connessi ai trasporti, pur offrendo meno dati di analisi, meritano approfondimenti e azioni dedicate, soprattutto per il rischio di assembramenti nei luoghi di ritrovo in entrata e in uscita dalla scuola e in occasione di attività di studio in contesto extrascolastico. Le aggregazioni nei pressi della scuola, in entrata e in uscita, seppure minimizzate dalle misure organizzative messe in atto con la diversificazione degli orari, rappresentano un punto di criticità e richiedono l’applicazione di misure di prevenzione. In questi contesti è auspicabile il potenziamento di personale dedicato al controllo dei punti di accesso alle scuole e dei luoghi limitrofi agli istituti scolastici, per limitare le iniziative di aggregazione spontanea degli studenti.

Per lo studio in ambiente domestico valgono le regole per i contatti tra “non congiunti”

Per quanto riguarda le attività di studio in collaborazione, che sono parte del percorso di apprendimento e hanno un intrinseco valore positivo anche per l’interazione e la socialità che si crea tra coetanei, è nella responsabilità individuale degli studenti e dei loro genitori assicurare che, anche in questi momenti di aggregazione che si concretizzano prevalentemente in ambiente domestico, siano attuate le indicazioni e le misure di prevenzione previste per i contatti tra “non congiunti”, come il distanziamento e l’uso della mascherina.

SCARICA IL DOCUMENTO TECNICO INAIL

Fonte: Inail

Trasporto scolastico: misure di sicurezza per l’emergenza Covid-19

Trasporto scolastico: misure di sicurezza per l’emergenza Covid-19

È evidente che per migliorare la prevenzione dei rischi correlati alla diffusione del virus SARS-CoV-2 nell’ambito della scuola sia importante, per il nuovo anno scolastico in presenza, adottare opportune misure di sicurezza, omogenee sul territorio nazionale, anche per il trasporto scolastico.

Misure che devono essere prese nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza COVID-19.

A fornire indicazioni sulle misure necessarie nel trasporto scolastico è un allegato presente nel DPCM del 7 settembre 2020 “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Un allegato che è stato recentemente modificato in relazione a quanto già presentato nel precedente DPCM 7 agosto 2020.

Le misure specifiche per la sicurezza nel trasporto scolastico

L’allegato 16, dal titolo “Linee guida per il trasporto scolastico dedicato” indica che, riguardo al trasporto, resta ferma la responsabilità genitoriale o del tutore “su alcune misure di prevenzione generale quali:

  • la misurazione della febbre a casa degli studenti prima della salita sul mezzo di trasporto;
  • l’assoluto divieto di far salire sul mezzo di trasporto dedicato per raggiungere la scuola gli studenti in caso di alterazione febbrile o nel caso in cui gli stessi siano stati in diretto contatto con persone affette da infezione Covid-19 nei quattordici giorni precedenti la salita sul mezzo di trasporto dedicato per raggiungere la scuola”.

In particolare per il settore del trasporto scolastico dedicato “trovano applicazione le seguenti misure specifiche:

  • è necessario procedere all’igienizzazione, sanificazione e disinfezione del mezzo di trasporto almeno una volta al giorno.
  • è necessario assicurare un’areazione, possibilmente naturale, continua del mezzo di trasporto e mettere a disposizione all’entrata appositi detergenti per la sanificazione delle mani degli alunni.
  • la salita degli alunni avverrà evitando alla fermata un distanziamento inferiore al metro e avendo cura che gli alunni salgano sul mezzo in maniera ordinata, facendo salire il secondo passeggero dopo che il primo si sia seduto;
  • per la discesa dal mezzo dovranno essere seguite procedure specifiche per cui dovranno scendere, uno per uno, evitando contatti ravvicinati, prima i ragazzi vicino alle uscite, gli altri avranno cura di non alzarsi dal proprio posto se non quando il passeggero precedente sia sceso e così via;
  • l’alunno eviterà di occupare il posto disponibile vicino al conducente (ove esistente). Il conducente dovrà indossare i dispositivi di protezione individuale. Gli alunni trasportati eviteranno di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente.
  • al momento della salita sul mezzo di trasporto scolastico e durante il viaggio gli alunni trasportati indosseranno una mascherina di comunità, per la protezione del naso e della bocca”.

Quest’ultima disposizione, relativa alla mascherina di comunità, “non si applica agli alunni di età inferiore ai sei anni, nonché agli studenti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione delle vie aeree. In questi casi si raccomanda agli operatori del trasporto scolastico addetti all’assistenza degli alunni disabili l’utilizzo di ulteriori dispositivi qualora non sia sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente; in questi casi, l’operatore potrà usare unitamente alla mascherina chirurgica, guanti in nitrile e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose”.

Si ricorda che “nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione si dovrà necessariamente tener conto delle diverse tipologie di disabilità presenti. La distribuzione degli alunni a bordo sarà compiuta anche mediante marker segnaposto. È consentito, nel caso in cui le altre misure non siano sufficienti ad assicurare il regolare servizio di trasporto pubblico scolastico dedicato, ed in considerazione delle evidenze scientifiche sull’assunto dei tempi di permanenza medi in relazione alla percorrenza casa-scuola-casa, un coefficiente di riempimento dei mezzi non superiore all’ 80% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi”.

La precondizione per la presenza degli alunni e del personale

In ogni caso si ribadisce la precondizione per la presenza degli alunni e di tutto il personale a vario titolo operante sui mezzi di trasporto scolastico dedicato:

  • l’assenza di sintomatologia (tosse, raffreddore, temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti);
  • non essere stati a contatto con persone positive al Covid-19, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni”.

In particolare chiunque abbia sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37.5°C “dovrà restare a casa”. Pertanto si rimanda ancora alla “responsabilità genitoriale o del tutore la verifica dello stato di salute dei minori affidati alla predetta responsabilità”.

Il riempimento massimo per il trasporto scolastico dedicato

Le linee guida indicano poi che fermo restando “l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e le misure di prevenzione connesse alla sanificazione dei mezzi, alla costante areazione del mezzo e alla salita e discesa dai mezzi di trasporto scolastico, nonché la preventiva misurazione della temperatura e le dichiarazioni dei genitori o del tutore in materia di prevenzione sanitaria del contagio Covid-19”, è consentita “la capienza massima del mezzo di trasporto scolastico dedicato nel caso in cui la permanenza degli alunni nel mezzo nella predetta modalità di riempimento non sia superiore ai 15 minuti”.

In questo caso – continua il documento – “dovrà essere quotidianamente programmato l’itinerario del percorso casa-scuola-casa, in relazione agli alunni iscritti al servizio di trasporto scolastico dedicato, avendo cura che lo stesso itinerario consenta la massima capacità di riempimento del mezzo per un tempo massimo di 15 minuti”.

Sono riportati, in conclusione, ulteriori criteri per l’organizzazione del servizio:

  • “il Comune, sentite le Istituzioni scolastiche, sulla base delle indicazioni condivise con la Regione, in presenza di criticità rispetto al numero di mezzi destinati al trasporto scolastico dedicato, in relazione a un elevato numero di studenti iscritti al servizio, determinerà le fasce orarie del trasporto, non oltre le due ore antecedenti l’ingresso usuale a scuola e un’ora successiva all’orario di uscita previsto;
  • per gli alunni in difficoltà (come ad esempio sopravvenuto malessere, ad esclusione di sintomatologia Covid-19) o presenza di disabilità o che manifestino necessità di prossimità, sarà possibile il non rispetto temporaneo del distanziamento”.

Fonte: puntosicuro.it

COVID-19: cosa cambia per le aziende ed i lavoratori

COVID19: aziende e lavoratori in difficoltà. Cosa cambia per le aziende ed i lavoratori?

Le aziende e i lavoratori si stanno trovando ad affrontare questa difficile emergenza COVID-19. Un documento fondamentale da considerare come riferimento principale è il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

Proviamo a riassumere qui il significato e le conseguenze di questo protocollo nell’ambito lavorativo.

Il documento tratta diverse questioni: dall’accesso in azienda di lavoratori e fornitori alla gestione delle mense e degli spazi comuni, dai dispositivi di sicurezza e precauzioni igieniche alla possibilità di rimodulare le attività, fino alla gestione di un eventuale caso di coronavirus.

Va sottolineato che il Protocollo prevede la continuità aziendale solo in presenza di condizioni che assicurino a tutti i lavoratori adeguati livelli di protezione e ribadisce ancora una volta la possibilità per le imprese di ricorrere al lavoro agile e agli ammortizzatori sociali previsti.

Elenchiamo i singoli punti del protocollo:

1) Dovere di informazione
L’azienda deve informare tutti i dipendenti dei comportamenti da assumere e delle regole da rispettare.

2) Modalità di ingresso in azienda. Controllo temperatura corporea
Il datore di lavoro può controllare la temperatura corporea dei lavoratori prima dell’ingresso in azienda, previa informativa al trattamento dei datiimpedendone l’accesso qualora la temperatura risulti superiore ai 37,5 gradi. In tal caso i lavoratori dovranno essere isolati e dovranno contattare il proprio medico curante, che gli fornirà le indicazioni da seguire.

3) Modalità di accesso dei fornitori esterni
Si dovranno ridurre le occasioni di contatto tra fornitori e dipendenti sul luogo di lavoro. Durante le attività di carico e scarico, gli autisti non devono scendere dai mezzi di trasporto; qualora non fosse possibile devono attenersi alla distanza di un metro.
Prevedere per fornitori/trasportatori/collaboratori esterni servizi igienici dedicati con conseguente divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente.
Ridurre il più possibile l’accesso ai visitatori; qualora fosse necessario per manutentori o imprese di pulizie, per questi varranno tutte le regole aziendali.

4) Pulizia e sanificazione in azienda e precauzioni igieniche personali

L’azienda deve assicurare una pulizia giornaliera (a fine turno pulizia di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi) e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.
In caso di persona contagiata all’interno dell’azienda è prevista la procedura particolare indicata nella circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute.

5) Precauzioni igieniche personali
L’azienda deve mettere a disposizione detergenti per le mani. Le persone presenti in azienda devono adottare tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani.

6) Dispositivi di protezione individuale
Le mascherine dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In caso di difficoltà di approvvigionamento, e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dall’autorità sanitaria.

Il liquido detergente potrà essere preparato seguendo le indicazioni dell’OMS al seguente link (https://www.who.int/gpsc/5may/Guide_to_Local_Production.pdf).

Qualora non sia possibile lavorare a distanza interpersonale minore di un metro è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione conformi (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…).

7) Gestione degli spazi comuni
L’accesso agli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack) deve essere regolato e razionatoEseguire un’opportuna e continuativa ventilazione di questi locali. Il tempo di permanenza dei lavoratori in tali spazi deve essere ridotto e deve essere sempre rispettata la distanza minima di sicurezza tra le persone.

8) Organizzazione aziendale: turnazione, trasferte e smart working, rimodulazione dei livelli produttivi
Si ribadisce che le imprese potranno, avendo a riferimento quanto previsto dai Contratti Collettivi nazionali di Lavoro e favorendo così le intese con le rappresentanze sindacali aziendali, disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o ricorrere allo smart working, al lavoro agile, all’utilizzo di ammortizzatori sociali, ferie arretrate.
Sono sospese e annullate tutte le trasferte/viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordate o organizzate.

9) Gestione entrata e uscita dei dipendenti
L’azienda deve favorire orari di ingresso/uscita scaglionati per evitare i contatti nelle zone comuni. Qualora fosse possibile occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita da questi locali e garantire la presenza di detergenti in ogni luogo con le apposite indicazioni da seguire.

10) Spostamenti interni, riunioni, formazione
Non sono consentite le riunioni e occorre limitare al minimo gli spostamenti all’interno dell’azienda. Qualora fossero indispensabili, se non è possibile usufruire del collegamento a distanza, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione garantiti il distanziamento interpersonale e un’adeguata pulizia/ventilazione dei locali.
Le aziende devono sospendere ogni attività di formazione in modalità in aula, anche obbligatoria, anche se già organizzata (ad eccezione della FAD – Formazione a distanza, anche per i lavoratori in smart working). A tale riguardo, ricordiamo che Serinta possiede una piattaforma dedicata alla FAD che continua ad essere operativa e quindi a disposizione degli utenti. Gli addetti antincendio e primo soccorso possono continuare a svolgere le loro funzioni anche in presenza di corsi scaduti.

11) Gestione di un lavoratore sintomatico in azienda, sorveglianza sanitaria e medico competente
Nel caso in cui un lavoratore presente in azienda manifesti specifici sintomi (febbre e sintomi di infezione respiratoria come la tosse), deve dichiararlo immediatamente al proprio responsabile.
Il lavoratore dovrà essere isolato e l’azienda deve procedere immediatamente ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute. L’azienda potrà collaborare con le Autorità competenti nel definire eventuali possibili contatti stretti e chiedere loro di lasciare cautelativamente lo stabilimento.

12) Sorveglianza Sanitaria – Medico competente – RLS
La sorveglianza sanitaria periodica non va interrotta, perché rappresenta una ulteriore misura di prevenzione di carattere generale: sia perché può intercettare possibili casi e sintomi sospetti del contagio, sia per l’informazione e la formazione che il medico competente può fornire ai lavoratori per evitare la diffusione del contagio.
La sorveglianza sanitaria deve proseguire rispettando le misure igieniche contenute nelle indicazioni del Ministero della Salute, privilegiando le visite preventive, le visite a richiesta e le visite da rientro da malattia.
Il Medico competente collabora con RLS/RLST e segnala all’azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti, e l’azienda provvede alla loro tutela nel rispetto della privacy. Il Medico competente applicherà le indicazioni delle Autorità Sanitarie.

13) Aggiornamento Protocollo di regolamentazione
È costituito in azienda un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Aggiornamento del DVR

Tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di verificare se il DVR aziendale (Documento di Valutazione dei Rischi) prende in considerazione l’esposizione dei lavoratori al contagio, e in caso negativo deve predisporre le procedure adeguate.

Vi preghiamo di prestare attenzione ai lavoratori delle strutture sanitarie, con l’aggiornamento della valutazione del rischio biologico, ed ai lavoratori esposti a contatto con il pubblico.

E’ opportuno valutare anche un’adeguata formazione per i lavoratori, in relazione a queste procedure e agli eventuali DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) da utilizzare sul posto di lavoro.