Infortuni mortali sul lavoro: la Calabria tra le regioni con maggior incremento
Dall’analisi territoriale delle denunce di infortunio all’Inail nei primi sette mesi dell’anno, si evince che le regioni con i maggiori incrementi sono la Toscana, il Veneto e la Sardegna (+7 casi mortali ciascuna), la Calabria (+6 casi) e la Sicilia (+5 casi).
I maggiori decrementi, invece, si sono registrati in Campania (-30 casi), Puglia (-24 casi) e Abruzzo (-18 casi).
Come evidenziato da Vega Engineering, che attraverso il proprio Osservatorio Sicurezza sul Lavoro analizza mensilmente i dati pubblicati dall’INAIL, ad una lettura più approfondita dei dati, nonostante una diminuzione del 16% del numero di infortuni mortali, si registra per contro un preoccupante incremento delle morti sul lavoro nel periodo gennaio-luglio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
L’INAIL riporta che dal 1 gennaio al 31 luglio 2022 si sono registrati in Italia complessivamente 569 infortuni mortali sul lavoro, mentre nello stesso periodo del 2021 gli infortuni mortali erano 677.
La diminuzione del 16%, però, è dovuta ai numerosi infortuni mortali causa Covid registrati nel 2021, quasi del tutto assenti nel primo semestre del 2022.
Escludendo dunque dal conteggio i “casi Covid“, con riferimento al primo semestre dell’anno, si evince che le morti in occasione di lavoro sono passate dalle 171 del 2021 alle 452 del 2022 con un incremento del +164%.
INFORTUNI MORTALI: I NUMERI ASSOLUTI
Vediamo la classifica delle regioni italiane in base al numero di infortuni mortali registrati dal 1 gennaio 2022 al 30 giugno 2022:
Lombardia (60)
Veneto, Emilia Romagna (39)
Lazio (35)
Toscana (34)
Campania (32)
Piemonte (31)
Sicilia (27)
Puglia (26)
Trentino Alto Adige (19)
Calabria, Marche (14)
Sardegna (10)
Umbria (9)
Abruzzo (7)
Liguria (5)
Valle d’Aosta (4)
Molise (3)
Basilicata, Friuli Venezia Giulia (2)
Come spesso accade a guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia che è anche la regione con la più alta popolazione lavorativa.
Vale la pena precisare, però, il numero assoluto di infortuni mortali sul lavoro è scarsamente indicativo del fenomeno infortunistico nelle diverse regioni e province, in quanto non tiene conto della popolazione lavorativa presente nell’area di analisi.
INFORTUNI MORTALI: L’INDICE DI INCIDENZA
Se invece teniamo conto del numero di infortuni mortali rapportandolo con la popolazione lavorativa di ogni regione otteniamo l’indice di incidenza della mortalità, un dato che consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra zone (ad esempio regioni) differenti.
In sostanza, questo indice è veramente rappresentativo del fenomeno infortunistico di ogni regione perché è calcolato dal rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale.
Sulla base del calcolo dell’indice di incidenza della mortalità si ottiene una classifica del fenomeno infortunistico nelle regioni molto diversa dalla precedente:
Valle d’Aosta
Trentino Alto Adige
Molise
Calabria
Umbria
Marche
Toscana
Puglia
Sicilia
Campania
Emilia Romagna
Veneto
Sardegna
Piemonte
Lazio
Abruzzo
Lombardia
Basilicata
Liguria
Friuli Venezia Giulia
In questo caso la Valle d’Aosta balza al primo posto, in quanto il peso del fenomeno infortunistico in questa regione (4 infortuni su 52.741 occupati) è molto maggiore rispetto alla Lombardia (60 infortuni su 4.332.516 occupati) che, dalla prima posizione della classifica basata sui numeri assoluti, finisce quasi in coda al 17° posto nella classifica calcolata in base all’indice di incidenza.
Coronavirus uso DPI: i videotutorial realizzati dall’INAIL
Il SARS-CoV-2, il virus che sta causando l’attuale pandemia da COVID-19, sta richiedendo a tutta la collettività l’adozione di misure di prevenzione sempre più rigorose per contrastare la diffusione del contagio. Tra queste, in particolare per i lavoratori, vi è l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Per questo motivo, l’Inail ha realizzato tre video per diffondere le informazioni di base sul corretto utilizzo di questi dispositivi e sui comportamenti più adeguati da adottare a questo scopo.
Tre video informativi
Il prodotto è diviso in tre parti:
la prima, di carattere generale, introduce l’argomento dei dispositivi di protezione individuali;
la seconda è relativa all’uso, in particolare, delle maschere facciali filtranti;
il terzo e ultimo video illustra le modalità corrette di utilizzo dei guanti monouso.
Il primo video fa il focus sulle modalità di trasmissione del virus, principalmente attraverso droplet, il rilascio di gocce di saliva, che possono essere inalate e depositarsi sulle superfici. Per questo motivo, una particolare attenzione va riservata alla protezione delle vie respiratorie di chi è esposto al virus e al contenimento dell’emissione di “bioaerosol” da parte di persone già positive al COVID-19.
Il secondo video illustra il corretto utilizzo delle maschere facciali, dispositivi atti a evitare ai lavoratori esposti al rischio del virus Sars-Cov-2 il possibile contagio attraverso le vie respiratorie per effetto del rilascio di gocce di saliva, dette droplet. L’uso improprio delle maschere filtranti può aumentare, anziché ridurre, il rischio di trasmissione dell’infezione, per questo deve sempre essere accompagnato dallo scrupoloso rispetto di appropriate norme igieniche.
Il terzo video illustra il corretto utilizzo dei guanti monouso, dispositivi di protezione delle mani atti a evitare ai lavoratori esposti al rischio il possibile contagio con superfici contaminate. Viene sottolineata l’importanza del rispetto delle indicazioni di uso e di rimozione dei guanti, potenzialmente infetti, praticando sempre un’adeguata igienizzazione delle mani.
L’uso dei dpi razionale in relazione alla mansione
I dispositivi di protezione individuale (DPI) servono a proteggere i lavoratori da rischi specifici, ovvero quelli propri dell’attività lavorativa svolta. Per il rischio biologico, come è quello rappresentato dal coronavirus, per la maggior parte dei lavoratori è previsto l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie e delle mani. Per gli operatori sanitari o per altri lavoratori particolarmente esposti a soggetti affetti o potenzialmente affetti da COVID-19, occorrono anche altri dpi. L’utilizzo di questi dispositivi deve essere razionale, definito in funzione della propria mansione e di quanto previsto dalla valutazione dei rischi, e corretto per ridurre le possibilità di contagio.
Denuncia impianto messa a terra: quando e come va fatta
Le verifiche degli impianti di messa a terra e degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche rappresentano un argomento complesso, disciplinato dal “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” (Decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462).
Forse non tutti sanno che, da maggio 2019, l’Inail ha messo a disposizione l’applicativo CIVA per la gestione informatizzata dei servizi di certificazione e verifica, anche con riferimento alla denuncia di impianti di messa a terra e alla denuncia di impianti di protezione da scariche atmosferiche.
Verifica dell’impianto di messa a terra
La verifica dell’impianto di messa a terra comprende queste attività:
Esame della documentazione
Esame a vista dei luoghi e degli impianti
Effettuazione di prove e misure
Redazione del verbale di verifica
Comunicazione all’organo di vigilanza
La denuncia è obbligatoria per gli impianti di messa a terra realizzati per la protezione delle persone dai contatti indiretti tramite interruzione automatica dell’alimentazione.
Non è obbligatoria, invece, per gli impianti di terra realizzati esclusivamente per ragioni funzionali, o per altri motivi, e i sistemi di protezione dai contatti indiretti che non si basano sull’interruzione automatica dell’alimentazione.
L’avviamento degli impianti di messa a terra può essere effettuato soltanto dopo la verifica eseguita dall’installatore, che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi del decreto ministeriale 22 gennaio 2008, n. 37. La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti all’omologazione dell’impianto.
Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia più reperibile, per gli impianti eseguiti prima del 27 marzo 2008 e dopo il 13 marzo 1990, può essere sostituita da una dichiarazione di rispondenza redatta da un professionista/responsabile tecnico con le competenze indicate dal decreto ministeriale 22 gennaio 2008, n. 37.
La denuncia della messa a terra deve essere presentata ogni volta che l’impianto viene ampliato o subisce una modifica, o nel caso di una variazione d’uso dell’ambiente di lavoro, poiché cambia lo stato di sicurezza dello stesso.
Verifica degli impianti e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche
La verifica degli impianti e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche comprende queste attività:
Esame della documentazione
Esame a vista dei luoghi e degli impianti
Effettuazione di prove e misure
Redazione del verbale di verifica
Comunicazione all’organo di vigilanza
La denuncia è obbligatoria per le installazioni e i dispositivi di protezione quando, a seguito della valutazione del rischio fulminazione (effettuata secondo la normativa tecnica CEI EN 62305-2), risultino necessari per il contenimento della componente di rischio R1: perdita di vita umana.
Anche in questo caso, l’avviamento degli impianti contro le scariche atmosferiche può essere effettuato solo dopo la verifica eseguita dall’installatore, che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi del decreto ministeriale 22 gennaio 2008, n. 37. Ed anche in questo caso, la dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti all’omologazione dell’impianto.
Lavoratori nominati Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Obiettivi del Corso Aggiornamento RLS
Aggiornare le competenze e le conoscenze in materia di Sicurezza sul Lavoro, tenuto conto della peculiarità delle funzioni dettate dall’incarico conferito. L’aggiornamento RLS vuole promuovere la cultura della Sicurezza all’interno delle aziende, oltre che fornire una conoscenza del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e del suo aspetto gestionale all’interno delle organizzazioni moderne.
Numero minimo di partecipanti ad ogni corso
8 soggetti fino ad un massimo di 35 partecipanti.
Aziende interessate al corso Aggiornamento RLS
Aziende di ogni settore
Multinazionali
Società di consulenza,
Enti di certificazione
Pubblica Amministrazione
Attestato
Alla fine del percorso, in seguito alla verifica delle competenze acquisite e della frequenza, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.
Altre informazioni
In caso di mancata nomina da parte dei lavoratori, le funzioni RLS saranno svolte da un rappresentante territoriale (RLST), ossia da un delegato sindacale esterno che, per l’esercizio di dette funzioni, avrà diritto di accesso in azienda e ai relativi documenti sulla sicurezza. Inoltre, l’azienda in cui non sia stato nominato il RLS, partecipa al finanziamento del Fondo di sostegno di cui all’art. 52, con un contributo pari a due ore lavorative annue per ogni lavoratore occupato.
Modulo di iscrizione
Corso in aula : date come da calendario presso SERINTA SRL- Lamezia Terme provincia Catanzaro – Costo 35 euro
Corso online: fruibile in qualsiasi momento – Costo 35 euro
Altri corsi che ti potrebbero interessare (categoria Consulenti/Professionisti):
SISTEMI DI GESTIONE INTEGRATA: QUALITA’ – AMBIENTE – SICUREZZA
Nel 2018 sono risultate in crescita le morti bianche, gli incidenti e le malattie professionali.
I dati pubblicati dall’Inail registrano un aumento di denunce di infortuni per il 2018. Sono stati infatti 1.033 gli infortuni sul lavoro con esito mortale, 104 in più rispetto al 2017.
Infortuni sul lavoro. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 641.261, in aumento dello 0,9% rispetto all’anno precedente. I dati evidenziano a livello nazionale un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, sia di quelli verificatisi nel tragitto tra l’abitazione e il posto di lavoro.
Denunce di malattia professionale. Nel 2018 anche le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail sono tornate ad aumentare, dopo la diminuzione registrata del 2017. Ci sono stati 1.456 casi in più; L’incremento percentuale maggiore è quello del +2,8% registrato nell’Industria e servizi
Morti sul lavoro. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel 2018 sono state 1.133, 104 in più rispetto a quelle denunciate nel 2017 (+10,1%). Spicca in particolare agosto, con 132 decessi contro i 78 dell’agosto 2017 (quasi il 70% in più), alcuni dei quali causati dai cosiddetti incidenti plurimi, eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, come il crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 morti, o i due incidenti stradali avvenuti in Puglia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti.
Un seminario Inail a Lamezia Terme ha illustrato i risultati di alcuni studi per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori agricoli nelle serre.
Nel corso degli studi sono state coinvolte diverse Aziende Agricole, e sono stati affrontati diversi aspetti:
Scenari di esposizione a pesticidi in serra
Campagne di misura dei pesticidi nel territorio calabrese
Procedura di valutazione del rischio chimico inalatorio in serra
Il rischio biologico nelle serre
Il rischio fisico ed ergonomico nelle attività di lavoro condotte in serra
Benessere termico e consumo metabolico nelle attività agricole in serra
Valutazione della sensibilizzazione cutanea
Lavoratori stranieri in agricoltura: la percezione del rischio per la salute e sicurezza
Il rischio oncologico da pesticidi
Quando le attività agricole vengono effettuate in serra si ha, da un lato, un accumulo dei contaminanti aerodispersi, dall’altro, un incremento di temperatura e umidità relativa che può potenzialmente condizionare sia la capacità inalatoria che di assorbimento cutaneo. In tale scenario di esposizione, la valutazione del rischio può risultare particolarmente complessa e gli strumenti generalmente utilizzati non risultano sempre efficaci. Malgrado l’obbligo della valutazione del rischio, ai sensi del d.lgs. 81/2008 e s.m.i., ad oggi non esiste una procedura formalizzata per la valutazione del rischio chimico per le colture in serra.
Utilizziamo cookie per finalità tecniche e analitiche. Cliccando su "Impostazioni Cookie", acconsenti solo a specifici tipi di cookie. Cliccando su "Accetta", acconsenti all’uso di tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta", non acconsenti all'uso dei cookie.
Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e per aiutarci migliorare il nostro sito. Per maggiori dettagli consulta la cookie policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie in caso contrario è possibile abbandonare il sito.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questi cookie garantiscono le funzionalità di base e le caratteristiche di sicurezza del sito web, in modo anonimo.
Cookie
Durata
Descrizione
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 months
I cookie vengono utilizzati per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Analisi".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 months
I cookie vengono utilizzati per registrare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Funzionali".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 months
I cookie vengono utilizzati per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Necessari".
cookielawinfo-checkbox-others
11 months
I cookie vengono utilizzati per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Altro.
cookielawinfo-checkbox-performance
11 months
I cookie vengono utilizzati per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Prestazioni".
viewed_cookie_policy
11 months
Vengono utilizzati per memorizzare se l'utente ha acconsentito o meno all'uso dei cookie. Non memorizza alcun dato personale.
I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.
I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici chiave delle prestazioni del sito Web che aiutano a fornire una migliore esperienza utente per i visitatori.
I cookie analitici vengono utilizzati per capire come i visitatori interagiscono con il sito web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche del numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.
I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci e campagne di marketing pertinenti. Questi cookie tracciano i visitatori attraverso i siti Web e raccolgono informazioni per fornire annunci personalizzati.